Oblio oncologico: obiettivo inclusione
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Una legge definitiva per l’oblio oncologico, ovvero la possibilità per le persone guarite da una patologia oncologica di cancellare gli effetti negativi ‘burocratici’ che la malattia ancora oggi lascia nella ricerca del lavoro, nelle adozioni, nella sottoscrizione di un mutuo o di un’assicurazione.
È questa la sfida legislativa che l’Italia punta a vincere entro fine anno
Con l’approvazione della proposta di legge dal titolo “Disposizioni in materia di parità di trattamento, non discriminazione e garanzia del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche” , finalmente il 4 agosto la Camera dei Deputati ha dato il via all’introduzione nel nostro ordinamento del tanto atteso diritto all’oblio oncologico.
Il testo approvato alla Camera ad agosto dispone la “parità di trattamento, non discriminazione e garanzia del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche” e indica le condizioni per il “rispetto del diritto all’oblio oncologico in diversi ambiti (servizi bancari, assicurazioni, rinnovo contratti, affidamento e adozione dei minori, procedure concorsuali)”. Il provvedimento sul tema è ora in attesa dell’approvazione del Senato.
Lo stesso Parlamento europeo ha approvato una risoluzione nel 2023 in cui si invitano gli Stati membri a riconoscere e tutelare il diritto all’oblio oncologico.
Ma qual è l’importanza di una simile risoluzione?
Il ritorno alla normalità di chi guarisce da una malattia oncologica è una strada tortuosa che lo vede spesso vittima di discriminazioni. Succede nella ricerca del lavoro, nelle adozioni, nella sottoscrizione di un mutuo o di un’assicurazione: tutte circostanze nelle quali l’aver avuto un tumore pare costituire uno stigma incancellabile.
Con la nuova legge, se approvata anche dall’altro ramo del Parlamento, accendere un mutuo, avere un prestito, stipulare un’assicurazione e adottare un bambino non potrà più essere proibito a chi ha avuto un tumore da più di dieci anni.
E per i minori il diritto all’oblio è ridotto ad anni cinque, rimettendo al governo la possibilità di abbassare il periodo ulteriormente.
Nulle eventuali clausole contrattuali che violino il diritto all’oblio oncologico
Il Garante per la privacy sarà l’organo competente a vigilare sul rispetto della legge e, entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, il Ministero della salute dovrà emanare un decreto per stabilire l’elenco delle eventuali malattie tumorali per le quali la guarigione può essere riconosciuta anche prima dei cinque o dieci anni previsti dalla regola generale.
Una volta completato l’intero iter di approvazione della norma, si ristabilirà il principio per cui l’essere umano va tutelato in quanto tale e che, come è stato spesso sottolineato dalle associazioni a tutela dei malati oncologici, nessuno dovrebbe essere identificato con la propria malattia.
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